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51° Alluvione: Commemorate le Suore Giuseppine del Carcere di Santa Verdiana

Edizione del: 4 novembre 2017

Suore San Giuseppe anni 50In occasione delle celebrazioni ufficiali del 51° Anniversario dell’Alluvione di Firenze del 1966, promosse e organizzate da 24 anni dall’Associazione Firenze Promuove, e da 8 anni entrate anche nelle cerimonie della Presidenza del Consiglio Comunale di Firenze, sono state ricordate anche le Suore dell’Ordine di San Giuseppe dell’Apparizione, dette Giuseppine, che nel 1966 gestivano il carcere femminile di Santa Verdiana.

Nella foto alcune Suore dell’Ordine ritratte negli anni Cinquanta.

Il loro apporto è stato sottolienato anche nel messaggio ufficiale inviato dal Presidente del Senato Pietro Grasso, mentre la Presidente della Camera, On. Laura Boldrini, ha concesso il Partocinio della Camera dei Deputati.

Nel messaggio, inviato in occasione della inaugurazione della lapide nell’ex Carcere de Le Murate dedicata all’allora direttore, l’Ispettore Michele Ferlito, che si rese protagonista di vari atti eroici, il Presidente del Senato Grasso sottolinea come “Nella tragicità degli eventi, molti concittadini fiorentini si distinsero per coraggio, generosità ed alto senso di umanità tra cui le Suore dell’Istituto della Giuseppine che prestavano la loro opera assistenziale all’interno del carcere femminile di Santa Verdiana”.

Il ricordo dell’apporto dato da queste Suore, ormai quasi tutte accolte nelle braccia del Signore – ne è rimasta viva solo una di oltre 80 anni che vive nel Convento di Fiesole – è stato ricordato dallo storico dell’Alluvione e Presidente di Firenze Promuove, il Giornalista Franco Mariani.

Questo il brano del discorso:

In questa occasione vogliamo anche ricordare l’apporto dato dalle Suore che operavano nel Carcere femminile di Santa Verdiana. Di quelle Suore oggi è ancora in vita una di 85 anni, che vive nel convento di Fiesole.

Una detenuta qualche giorno dopo scrisse una lettera a La Nazione per ringraziare una di queste Suore, all’epoca già 80nne: “Suor Concettina – scrive la detenuta – ha conosciuto e confortato centinaia e centinaia di recluse che negli ultimi sessant’anni sono passate dal carcere di Santa Verdiana. È qui dall’inizio del secolo che Suor Concettina offre la sua fede e la sua opera tra le mura del carcere femminile fiorentino, ma la sua missione non si è conclusa perché resterà a Santa Verdiana come dice, ‘fino a quando piacerà al Signore’. Esempio di una volontà che non è stata intaccata nemmeno dalla fatica e dai disagi provocati dall’alluvione. Da un mese queste Suore hanno lasciato il rosario per i badili e le scope. Sembrano quasi formiche tanto continuo e silenzioso è il lavoro che fanno per cancellare dai muri, sui pavimenti, dappertutto, i segni oleosi e sporchi lasciati dall’acqua melmosa. Sono Suore che appartengono all’Istituto delle Giuseppine, e una delle loro regole è sempre stata quella dell’ordine, anche dei loro effetti personali. Ma anche questa regola è stata infranta per non perdere tempo prezioso: se non fosse per una piccola cuffia che hanno in testa, quando lavorano sono vestite come recluse, con l’abito a strisce. Se la mia esperienza in carcere non è stata del tutto negativo, molto merito è di quelle formiche. Il 4 novembre a Santa Verdiana avevamo una cinquantina di donne e tra queste una trentina erano minorate fisiche e quattro ergastolane. La piena ci sorprese insieme a 12 suore e 3 agenti di custodia. Potete immaginare cosa sarebbe successo se non fossero state loro a darci l’esempio. In particolare la Madre superiora, Suor Celeste, mantenne una calma esemplare e non esitò a scendere con l’acqua alla gola al piano terreno per convincere, salvare molte delle minorate, impietrite dalla paura. E subito dopo l’alluvione la Madre Superiora Generale, Suor Bernardina, fece di tutto per aiutarci, provvedendo anche al rifornimento dell’acqua e del pane. Un altro esempio della riconoscenza che le recluse hanno per le Suore del carcere lo si può avere dal desiderio espresso da quelle che sono state trasferite in altri prigioni, di tornare a scontare la loro pena a Santa Verdiana”.

Anche alla loro memoria, e ai loro atti oggi, con questa cerimonia, rendiamo solenne omaggio.

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