Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

51° Alluvione: discorso della Presidente Biti all’ex Carcere de Le Murate

Edizione del: 4 novembre 2017

La Presidente Biti, facendo riferimento a quanto deliberato dalla Giunta Comunale il 29 agosto 1967, ha promosso l’apposizione di una targa commemorativa all’ex Carcere delle Murate in onore dell’ispettore Michele Ferlito. Allo scoprimento della targa hanno preso parte, insieme alla presidente del Consiglio comunale, il sottosegretario alla Giustizia Cosimo Maria Ferri ed i figli dell’ispettore Ferlito. Per l’alto significato del ricordo la Presidente di Montecitorio, On. Laura Boldrini, ha comunicato la concessione del Patrocinio della Camera dei Deputati. Alla cerimonia alle Murate sono stati inoltre letti i messaggi inviati dal presidente del Senato Pietro Grasso e dal Ministro della Giustizia Andrea Orlando.

Dopo i ringraziamenti di rito alle autorità e alla famiglia Ferlito, la presidente Biti ha dichiarato: “Grazie al personale dell’Archivio Storico della Polizia Municipale di Firenze, è stato ritrovato il fascicolo originale delle indagini condotte nel 1967 dalla Polizia Municipale su esplicita richiesta dell’allora Sindaco Piero Bargellini, che poi con apposita delibera di giunta aveva stabilito di dare un riconoscimento all’ispettore Ferlito per l’abnegazione dimostrata in quelle ore drammatiche per Firenze. Una delibera finita però, purtroppo, nel nulla. Ed ecco che oggi 51 anni dopo quei fatti quel riconoscimento arriva, con questa targa che ricorderà per sempre alla città di Firenze ed ai suoi visitatori la figura dell’ispettore Ferlito. Un ricordo, oggi, lo rivolgiamo anche ai tanti gesti da parte di tante persone, forze dell’ordine e semplici cittadini, che permisero alla città di rialzarsi dopo la catastrofe”.

La targa, il cui testo è stato curato da Franco Mariani, fa memoria delle azioni, di cui una anche eroica – con il salvataggio di varie persone, non solo detenuti ma anche civili, tra cui un bambino –  intraprese durante l’alluvione dall’allora direttore dei tre istituti carcerari fiorentini, l’Ispettore Michele Ferlito, fino all’episodio della rivolta del giorno 6 novembre, che non sfociò in un bagno di sangue proprio grazie al direttore Ferlito.

All’epoca i tre istituti carcerari fiorentini, tutti situati nel centro storico, dietro Santa Croce, avevano complessivamente oltre 240 detenuti e detenute. Nel momento in cui l’acqua iniziò ad invadere le tre strutture il direttore, Isp. Michele Ferlito, dette ordine di aprire le porte di tutte le celle per permettere a tutti di salvarsi. Una novantina di detenuti però ne approfittarono per scappare definitivamente, venendo poi riacciuffati nelle settimane successive, o decidendo di rientrare spontaneamente in carcere. Alcuni di quest’ultimi, nove, furono poi quasi subito graziati dal Presidente della Repubblica, mentre quelli segnalati dall’Isp. Ferlito, cinque, furono graziati un anno dopo.

Solo che le condizioni igieniche, dopo il rientro nelle celle alluvionate, e non ripulite, non erano ottime, e per questo il giorno 6 scoppiò una rivolta che fu sedata grazie all’intervento diretto e alla mediazione dell’Isp. Michele Ferlito. Rientrata la rivolta, gli Allievi della Scuola Sottufficiali Carabinieri di Piazza Stazione – ritornati in 100 a Firenze per la prima volta lo scorso novembre dopo 50 anni – furono incaricati del trasferimento dei detenuti in altre carceri toscane non alluvionate.

Riprese video di Mattia Lattanzi.

 Tutti i diritti riservati a Firenze Promuove © 2017

You must be logged in to post a comment Login