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Mostra 50° alluvione ‘66: 100 nuove foto inedite esposte fino al 22 sett. alla Biblioteca Thouar

Edizione del: 10 settembre 2016

Locandina Mostra 50 Alluvione alla Thouar-page-001Oltre 100 nuove foto inedite dell’alluvione di Firenze del 1966 da oggi sono esposte nella mostra fotografica ufficiale per il 50° anniversario che, dal 10 al 22 settembre, fa tappa nel chiostro della Biblioteca Comunale Thouar, in Piazza Torquato Tasso 6.

La mostra, curata dai giornalisti Franco Mariani e Mattia Lattanzi – tra l’altro premiati martedì scorso con il Torrino d’Oro 2016 proprio per questo loro impegno – è organizzata dall’Associazione Firenze Promuove assieme al Comune di Firenze Consigli di Quartiere 1 2 3 4 5  e vede, su 80 pannelli, esposte oltre 800 foto, di cui 400 foto inedite.

Ad oggi, in sole 4 esposizioni, la mostra è stata visitata da oltre 100mila visitatori.

Questi gli orari di apertura:

LUNEDI: dalle ore 14 alle ore 19.
Dal MARTEDI al VENERDI: dalle 9 alle 19 (orario continuato). SABATO: dalle  9 alle 13 e dalle 15,30 alle 18,30.
DOMENICA: dalle 15 alle 19.

INGRESSO GRATUITO.

Le nuove foto sono il frutto dell’appello lanciato esattamente un anno fa dal Presidente del Quartiere 1 Maurizio Sguanci, appello a cui hanno risposto in particolar modo Sergio Cipriani, che con le sue foto permette di documentare l’alluvione nella zona che va da Piazza Puccini a Porta a Prato, e Todaro Enrico che ha ritirato fuori tutto il materiale sapientemente archiviato nei giorni dell’alluvione dalla madre Maria Carta; tale materiale permette di vedere diverse foto particolari tra cui quelle del sottosuolo delle Basiliche di San Lorenzo e di Santa Croce.

Tra le nuove foto anche 16 scatti di Pulman, lo storico fotografo di Scandicci, il cui negozio ad aprile scorso ha cessato definitivamente l’attività, e che quel 4 novembre scattò diverse foto di Firenze sommersa dall’acqua.

“Siamo felici di poter oggi raccontare con le foto dei cittadini il dramma vissuto dal quartiere 1 – ha detto il Presidente del Quartiere 1 Maurizio Sguanci –, che non è solo centro storico, come documentano bene le foto del Signor Sergio Cipriani;  grazie poi alla documentazione raccolta dalla signora Maria Carta, ritirata fuori dopo 50 anni dal figlio Enrico Todaro, abbiamo invece modo di renderci conto del dramma vissuto nel centro storico, con foto veramente particolari ed uniche, spesso mai più viste dopo che sono state scattate. Non solo foto, ma anche volti, attraverso i quali si rivive lo spirito che rianimò i fiorentini nel voler risorgere dal fango fin dal giorno dopo l’alluvione”.

“Dopo la tappa delle Oblate, dove i visitatori sono stati tantissimi, nonostante il periodo estivo  – ha detto il Presidente della Commissione Cultura del Quartiere 1 Mirco Rufilli – lì, come anche qui alla Biblioteca Thouar, continuiamo, grazie a Franco Mariani e a Mattia Lattanzi, e ai cittadini del quartiere, a raccontare le storie vere dell’alluvione, quelle dei fiorentini che si sono rimboccati le maniche, hanno spalato il fango, hanno ripulito cantine, negozi, abitazioni per riprendere a far rivivere quella parte della città andata sott’acqua. Per ricordare, a distanza di 50 anni, abbiamo creato tutta una serie di eventi concatenati che abbracceranno tutto il quartiere: mostre, eventi musicali, visite guidate, per far conoscere, soprattutto alle giovani generazioni cosa accadde 50 anni fa e, contemporaneamente, per realizzare anche iniziative legate all’acqua ed al rischio idrogeologico”.

“Ci avviciniamo al grande evento del prossimo 4 novembre e lo facciamo come sempre, da ben 22 anni – ha tenuto a sottolineare il Presidente di Firenze Promuove Franco Mariani – raccontando attraverso nuove foto, il dramma vissuto 50 anni fa dai fiorentini. Per me è stata una sorpresa, martedì prossimo, ricevere dal Quartiere di San Frediano il premio Torrino d’Oro 2016 proprio mentre la mostra viene esposta nel rione. Non è facile a Firenze raccontare l’alluvione come la raccontiamo noi, perché c’è chi vorrebbe che l’alluvione fosse solo l’intervento degli Angeli del Fango, fatti passare come i salvatori della città. Ma questo non è vero. I primi salvatori di Firenze sono stati i fiorentini, aiutati poi da quelle poche Forze Armate – rispetto alle necessità – che erano in città, primi fra tutti i Carabinieri della Scuola di Piazza Stazione, i Lupi di Toscana, e i soldati di stanza a Rovezzano. Così come i morti: per le autorità l’alluvione di Firenze non deve avere morti, e infatti non c’è un monumento o lapide che gli ricordi, mentre c’è da ben 40 anni un Monumento agli Angeli del Fango. La mostra racconta tutto questo. Davvero visitandola si rivive i due mesi dell’emergenza vissuta da Firenze la quale, solo grazie all’impegno del Sindaco Piero Bargellini, riuscì a superarla, imponendosi anche contro il Governo, che voleva costruire alle periferie della città due baraccopoli per ospitare gli sfollati. Bargellini invece si impose e furono costruite nuove case. Altrimenti oggi sicuramente avremmo ancora, dopo 50 anni, le baracche, con dentro i fiorentini, come accaduto in altri catastrofi italiane, dove non si è ricostruito dopo l’emergenza”.

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