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Firenze inaugura Via Papa San Paolo VI…dopo 30 anni dalla richiesta

Edizione del: 23 dicembre 2021

Finalmente, dopo quasi 30 anni, il Comune di Firenze dedica una strada cittadina a Papa San Paolo VI.

Si ci sono voluti 30 anni da quando, nell’ottobre 1993, il Giornalista Vaticanista Franco Mariani, Presidente di Firenze Promuove, chiese al Comune di intitolargli una strada.

All’epoca Papa San Giovanni Paolo II in una lettera indirizzatami dal Cardinale Angelo Sodano, Segretario di Stato Vaticano espresse “il suo alto apprezzamento per tale proposta”.

La strada scelta dall’Assessore alla Toponomastica, Alessandro Martini, è al termine dell’attuale Via Madre Teresa di Calcutta, al confine con Sesto Fiorentino, alla periferia di Firenze.

L’omaggio che la città fa al Papa del Concilio Vaticano II, non è tanto per la sua missione petrina – è stato il primo Papa in assoluto a visitare tutti i cinque continenti, e ad andare in quelle periferie che oggi Papa Francesco tante volte cita -, è soprattutto un atto di ringraziamento per quanto questo Papa fece per Firenze e i Fiorentini Alluvionati 55 anni fa.

Montini, dalla mattina del 4 novembre 1966 e per i quattro anni successivi, quando fece costruire ex novo una casa per anziani, in via Cimabue, ancora oggi all’avanguardia, inviò a Firenze oltre 1 miliardo di lire dell’epoca, e numerosi aiuti materiali di ogni genere, sia per la popolazione che per la conservazione delle opere d’arte, e di cui ho ampiamente raccontato in ben quattro miei libri sull’alluvione.

Ma lo fa anche in ricordo della storica visita della notte di Natale di 55 anni fa.

La sera del 24 dicembre Paolo VI giunse a Firenze verso le 21. Ad attenderlo in piazza Santa Croce, con tante fiaccole, c’erano più di duecentomila persone. Prima di arrivare in piazza il Papa volle attraversare i rioni più colpiti dall’alluvione. Sul sagrato della Basilica Papa Montini, onorato di sentirsi “vostro concittadino”, disse di voler “tutti salutare, tutti consolare, tutti beneficare”, formulando “l’augurio che bisogna far risorgere questa città più bella, più buona, più unita di prima”.

Qui Paolo VI consegnò pacchi viveri ad alcuni alluvionati e ai vecchietti di Montedomini, quale segno degli aiuti che aveva fatto pervenire alla popolazione.

Prima della Messa della Notte in cattedrale, incontrò in Arcivescovado tutti i sindaci delle città italiane colpite dall’alluvione. Entrò processionalmente in Santa Maria del Fiore gremita da migliaia di fedeli.

Il mondo era collegato con Firenze grazie alla diretta televisiva della Rai. Durante l’omelia si commosse quando pronunciò la frase: “Siamo venuti per condividere la speranza che vi ha tutti sostenuto nella sventura per essere noi stessi confortati”.

Al termine della Messa, in un fuori programma storico, in quanto nessuno sapeva niente, nemmeno il Sindaco Piero Bargellini e il Cardinale Ermenegildo Florit, chiese di far avvicinare all’altare il Gonfalone del Comune sul quale, tra lo stupore di tutti, in mondovisione, appose la Medaglia d’Oro del Concilio Vaticano II per l’eroismo dimostrato dalla Città e dai Fiorentini.

Infine, passando da Boboli, volle rendersi conto dei danni che il crocifisso di Cimabue aveva subito. Davanti all’immagine pesantemente devastata, con spontaneità disse al Cardinale Florit: “Ecco la vittima più illustre dell’alluvione”.

Il nostro Gonfalone è l’unico Gonfalone al mondo ad aver avuto l’onore della Medaglia d’Oro del Concilio Vaticano II.

Grazie Papa Paolo VI per il suo amore per Firenze e i Fiorenti che oggi, dopo 55 anni, la vogliono ricordare con l’intitolazione di una strada a suo nome.

“Intitolare a Papa Paolo Sesto (all’anagrafe Giovanni Battista Enrico Antonio Maria Montini) una strada a Firenze ha un grande significato – sottolinea l’assessore Martini –. Rappresenta una testimonianza di affetto e di riconoscenza in memoria di chi, nella notte di Natale di 55 anni fa, fece un gesto tanto inaspettato quanto straordinario. Venne a Firenze, nella cattedrale, per stare vicino a tutti i fiorentini che erano in ginocchio per l’alluvione che aveva colpito la città poco più di un mese prima. E in quell’occasione lasciò anche una cospicua somma per aiutare economicamente la città”.

“Papa Paolo Sesto è stato un pontefice straordinario – sottolinea ancora l’assessore Martini -. È stato il primo nella storia a viaggiare nel mondo e il papa delle periferie, facendo un po’ da precursore alle esperienze più conosciute di Giovanni Paolo II e ora di Papa Francesco. Oggi forse la sua figura è poco conosciuta e proprio per questo deve essere ricordato anche perché ha portato avanti e concluso il Concilio Vaticano II, esperienza rivoluzionaria per la chiesa; e per il rapporto con La Pira, che conosceva e stimava e con cui aveva un carteggio”.

Anche la scelta della strada che diventerà via Papa San Paolo VI non è casuale.

“A lui intitoleremo una strada al confine con Sesto Fiorentino che si collegherà a via Madre Teresa di Calcutta, nella zona della stazione di Castello. Papa Montini conosceva e stimava Madre Teresa, l’ha accompagnata e stimolata nella sua missione a favore dei poveri. Papa Paolo Sesto è davvero una figura straordinaria a cui dedichiamo un luogo per mantenere viva la sua memoria e testimoniare la riconoscenza della città” conclude l’assessore Martini.

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