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Rassegna Stampa: Nuovo Corriere di Firenze – Tg2 spaccia immagini Firenze della guerra per quelle dell’alluvione

Edizione del: 11 febbraio 2011

nuovo corriere firenze

La Signora Mariella si è rivolta al Nuovo Corriere per segnalare un fatto a suo dire increscioso e di mala informazione.

Mercoledì sera stava comodamente sul divano di casa sua, mentre andava in onda l’edizione delle 20,30 del Tg2 della Rai, quando la sua attenzione è stata richiamata dall’annuncio della conduttrice Adele Ammendola su  l’ultimo servizio dell’edizione, dedicato all’alluvione di Firenze del 1966 per la rubrica “Italia in super 8”.

Un fiorentino è sempre attento quando in tv vanno in onda immagini che hanno fatto la storia della propria città e dei propri concittadini che si sono risollevati dal fango.

Siamo a 27 minuti e 42 secondi rispetto alla durata complessiva di 29,56 come riporta anche il banner del video integrale dell’edizione messo poi on line sul sito ufficiale del telegiornale della seconda rete della Rai.

Il servizio è curato dalla giornalista Cinzia Terlizzi.

Uno può pensare, non sarà niente di eccezionale, sarà uno dei tanti servizi giornalistici dedicati ogni tanto all’alluvione più famosa del mondo del secolo scorso.

Tuttavia questo è un servizio molto, ma molto particolare, in quanto immagini del centro storico sotto le acque non si vedono,  forse della periferia, ma riferimenti precisi per individuare che sono immagini dell’alluvione di Firenze non ci sono.

Quello che si vede, e più volte, sono il Ponte Vecchio con le case ai due lati, abbattute, fiorentini che attraversano l’Arno sulle macerie di un ponte distrutto, forse Santa Trinità o altro, non si capisce bene, per poi ritornare nuovamente sulle immagini di Ponte Vecchio con in evidenza sempre le macerie delle case ai due lati.

Infine, dulcis in fundo, si cita anche l’aiuto dell’esercito, con la voce fuori campo della giornalista che dice “arrivano i soccorsi,  soldati e giovani volontari di ogni nazione…”mentre sullo schermo passano delle immagini di un camion militare “sommerso” da persone e con un paio di soldati, stranieri, che indossano candidi calzini bianchi, come in una calda giornata estiva.

Si, come in una candida giornata estiva, perché quelle immagini del Ponte Vecchio, dei  fiorentini che attraversano l’Arno, e del camion con i soldati non sono dell’alluvione del 4 novembre 1966 ma dell’estate 1944, ovvero della seconda guerra mondiale.

I ponti e le case ai lati di Ponte Vecchio furono fatti saltare la notte tra il 3 e il 4 agosto.

Figuriamoci se i fiorentini la mattina del 5 novembre 1966, “con  il sole”, come dice la giornalista, potevano tranquillamente attraversare non i ponti, che dalle immagini si fanno passare per distrutti, ma addirittura il fiume, andando tranquillamente da una riva all’altra.

Ma poi in maniche corte, si era in pieno inverno, e poi senza una macchia di fango sui vestiti o sulle scarpe, cosa impossibile non infangarsi per giorni e giorni, anche perché poi mancava l’acqua per lavarsi.

Tutti sanno che nessuna casa crollò, tantomeno attorno a Ponte Vecchio, così come i ponti, che rimasero tutti integri, a differenza però di quel Ponte Vecchio che nel servizio proposto dal Tg2 è bello lindo e pulito, senza nessuna bottega di orefice sventrata, cosa che invece avvenne.

Una piccola disavventura per il Tg2, segnalata anche tempestivamente dall’Associazione Firenze Promuove che cura dal 1994 le cerimonie annuali dell’alluvione.

La collega Cinzia Terlizzi, da me rintracciata ieri pomeriggio alla redazione del Tg2 mi ha detto: “ci sono arrivate tantissime immagini per quella rubrica, immagini che sono state acquisite e catalogate; forse c’è stato qualche problema tra la catalogazione, l’acquisizione e il  montaggio finale per il servizio andato in onda. Mi dispiace moltissimo per l’inconveniente, sono errori che possono verificarsi”.

Per fortuna i  fiorentini sono ancora vispi e non prendono per vero tutto quello che viene fatto vedere in tv, soprattutto se si parla di quello che loro hanno vissuto, e chi ha realizzato il servizio  no.

FRANCO MARIANI

(Dal Nuovo Corriere di Firenze il 11/02/2011)

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