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Attività svolte nel 2016 – XXIV anno di attività

Edizione del: 6 maggio 2016

2016Il 2016, anno del 50° Anniversario dell’Alluvione di Firenze del ’66, inizia per l’Associazione con una brutta notizia, la prematura scomparsa del Maestro Galeazzo Auzzi,  dopo una brutta ed improvvisa malattia, avvenuta nella tarda serata del 6 gennaio.

Il Presidente Franco Mariani ha partecipato ai funerali, occupandosi di informare le redazioni giornalistiche della scomparsa, ricordando l’alta figura dell’artista, da ben 20 anni legato indisolubilmente allo stesso Mariani come alla nostra Associazione.

Queste le attività dell’Associazione per l’anno 2016:

1) ANNIVERSARIO UCCISIONE AGENTE DI POLIZIA FAUSTO DIONISI DA PARTE DEI TERRORISTI DI PRIMA LINEA

Il Presidente Franco Mariani ha partecipato il 20 gennaio alla annuale cerimonia – prima alla tomba al cimitero di Peretola, poi nella cappella della Questura, e poi in via delle Casine, luogo dell’agguato – in ricordo del Agente di Polizia Fausto Dionisi, ucciso durante un agguato al carcere delle Murate da parte di un commando di terroristi di Prima Linea.

2) DAL 13 AL 21 FEBBRAIO MOSTRA FOTOGRAFICA UFFICIALE DEL 50°ALLUVIONE ’66 AL QUARTIERE 2

Dopo la solenne inaugurazione lo scorso ottobre da parte del Sottosegretario di Stato alla Pubblica Istruzione, On. Gabriele Toccafondi è stato il Consiglio di Quartiere n 2 del Comune, nell’ambito delle manifestazioni ufficiali per il 50° anniversario dell’alluvione del 1966, ad ospitare, la mostra fotografica “L’alluvione di Firenze del 1966”, mostra ufficiale del cinquantenario, organizzata dall’Associazione Firenze Promuove in collaborazione con i 5 Consigli di Quartiere del Comune di Firenze.

La mostra è stata esposta dal 13 al 21 febbraio, al Parterre, in Piazza della Libertà, presso la sala dei marmi, con orario 10-12 e 15-19. Ingresso gratuito.

 All’inaugurazione sabato 13 febbraio è intervento il Presidente del Quartiere 2 Michele Pierguidi, i due curatori della mostra, i giornalisti Franco Mariani e Mattia Lattanzi, e la Presidente del Circolo Anziani, Mariella Magi Dionisi.

In questa occasione sono state esposte diverse foto, anche a colori, di molte zone del quartiere, colpito durante la tragica alluvione, frutto dell’appello lanciato alla popolazione lo scorso settembre dai 5 presidenti di Quartiere assieme al Presidente di Firenze Promuove, Franco Mariani.

Al momento i cittadini del Quartiere 2 si sono dimostrati i più attivi nella collaborazione a portare le loro foto dell’alluvione rimaste ancora nel cassetto a distanza di 50 anni da quando sono state scattate.

L’Associazione Firenze Promuove dal 1994 organizza le cerimonie annuali in ricordo dell’alluvione e delle 35 vittime, oltre ad avere il più grande archivio video e fotografico sull’argomento.

La mostra è composta da oltre 50 pannelli, curati dal giornalista Franco Mariani, storico dell’alluvione, assieme al giornalista Mattia Lattanzi, con tanto materiale inedito, grazie anche alla collaborazione dell’Archivio Storico del Comune, con tante nuove informazioni e storie mai raccontate sul tragico evento che ha colpito la città, e buona parte del nostro quartiere, la mattina del 4 novembre 1966 e che sapientemente e pazientemente Mariani sta raccogliendo da ben 20 anni.

La mostra presenta foto a colori e in bianco e nero dell’alluvione e del dopo alluvione, fino ad arrivare alla storica visita di Papa Paolo VI la notte di Natale del 1966, 50 giorni dopo l’inondazione.

Tra i documenti inediti: i principali giornali nazionali dell’epoca, oltre alle pagine del quotidiano La Nazione, foto provenienti dagli archivi della Scuola Sottufficiali dei Carabinieri di Piazza Stazione, della Scuola di Guerra Aerea delle Cascine, della Comunità Ebraica, oltre a foto di privati cittadini.

Pannelli interessanti anche quelli dedicato ai frati del laboratorio di restauro del libro dell’Abbazia di Grottaferrata, che recuperarono oltre un migliaio di libri della Biblioteca Nazionale.

Per il Presidente del Quartiere 2, Michele Pierguidi “ricordare l’alluvione è ricordare come siamo noi, persone fortunate di essere nate a Firenze. Sarà importante coinvolgere tutte le scuole, che inviteremo a visitare la mostra fotografica”.

La Mostra è stata visitata in questa esposizione da 3mila persone, che si aggiungono alle 30mila della prima esposizione alla Basilica della Santissima Annunziata, tra cui Papa Francesco.

3) SVELATO PER LA PRIMA VOLTA L’ATTO EROICO DEL CARDINALE BASSETTI CHE IN OCCASIONE DELL’ALLUVIONE DI FIRENZE DEL ’66 SALVO’ IL QUARTIERE DI SAN SALVI DA ESPLOSIONE

In occasione dell’inaugurazione della la mostra fotografica “L’alluvione di Firenze del 1966”, mostra ufficiale del cinquantenario, organizzata dall’Associazione Firenze Promuove in collaborazione con i 5 Consigli di Quartiere del Comune di Firenze, ha svelato, portandolo alla luce per la prima volta, in quanto non se ne trova traccia sui giornali dell’epoca, l’atto eroico del Cardinale Bassetti e di alcuni giovani del rione di San Salvi che si prodigarono per sventare l’esplosione di diversi fusti di carburo che avrebbero provocato morte e distruzione.

Don Gualtiero Bassetti, curato della parrocchia di San Salvi, assieme ad Aldo Bernardini, con la fidanzata Luciana Buccioni, a Franco Toti e ad un altro paio di giovani la mattina del 4 novembre 1966 si prodigò per mettere in salvo, in via San Salvi, 60 bidoni di idrocarburo stipati illegalmente in un magazzino, decidendo di aprirli in modo che non esplodessero a contatto con l’acqua. I quattro agirono da veri eroi perché il loro pronto intervento scongiurò un’esplosione che avrebbe provocato danni ingenti, e forse anche dei morti, come avvenne invece in via Scipione Ammirato, sempre nel quartiere 2, poco distante da via San Salvi, dove era presente un deposito del genere, e dove si registrò 1 morto.

Sull’episodio di San Salvi, come su quello di via Scipione Ammirato, indagò la Procura di Firenze, che affidò l’indagine al Sostituto Procuratore Vittorio La Cava.

Le indagini però non portarono all’individuazione dei proprietari dei fusti stipati illegalmente in via San Salvi. Al momento dell’inchiesta ci fu anche chi propose Bernardini, Toti e Bassetti per una onorificenza al Valor Civile, ma alla fine non se ne fece niente.

Una pagina come tante altre, rimasta sconosciuta per tutti questi anni fino a quando, un paio di anni fa, la signora Luciana – spinta dalla volontà di commemorare gli scomparsi e ringraziare tutte quelle persone che agirono d’istinto, salvando, oltre alla propria, anche altre vite umane – si è rivolta al giornalista Franco Mariani e all’Associazione Firenze Promuove.

“Sai Franco – ha detto recentemente il Cardinale Bassetti a Mariani – è tutto vero quello che racconta la signora Luciana. Mi ero dimenticato di quell’evento, e mi ha fatto piacere riviverlo, anche se è legato a un evento tragico per noi fiorentini”.

Il Cardinale Bassetti ha già confermato a Franco Mariani che il 4 novembre sarà a Firenze per ricordare quanto avvenne 50 anni fa.

“Oggi siamo contenti, come Consiglio di Quartiere 2, – ha detto il Presidente Michele Pierguidi – di poter contribuire a far rivivere una pagina importante della storia del nostro quartiere legata all’alluvione. In realtà, con le foto che i cittadini ci hanno portato nei mesi scorsi, dopo l’appello lanciato a settembre, di storie ne facciamo rivivere diverse. Ogni scatto sono più momenti di vita vissuta, non solo da chi ha scattato la foto, ma da tutte quelle persone che vivevano in quella strada o piazza alluvionata. Grazie poi all’energia signora Luciana Buccioni Bernardini, e all’approfondimento del giornalista Franco Mariani – che assieme al collega Mattia Lattanzi ha curato anche la mostra fotografica – abbiamo avuto anche la gioia di venire a conoscenza di un’atto di coraggio non registrato all’epoca dalle cronache cittadini. La signora Luciana per 50 anni ha custodito gelosamente quella memoria di quanto fecero ldo Bernardini, lei stessa, Franco Toti e un altro paio di giovani residenti della zona assieme ad un giovane pretino del nostro quartiere, don Gualtiero Bassetti, oggi diventato Arcivescovo e Cardinale. All’epoca, per il loro atto eroico, che consentì di mettere in sicurezza il carburo, che se fosse esploso sicuramente avrebbe provocato morti, feriti e distrutto case e negozi, i protagonisti furono segnalati per un riconoscimento pubblico, che non arrivò; oggi a distanza di 50 anni vogliamo noi dare a loro il giusto risalto e il ringraziamento della città e dell’intero quartiere di San Salvi”.

“Quella di oggi – ha evidenziato Franco Mariani, Presidente di Firenze Promuove – è una delle tante pagine di storia dell’alluvione che sono state “scritte” con la loro azione da personaggi come la signora Luciana, ma che non sono maifissate sulla carta. In vista del 50° anniversario da qui a dicembre prossimo ne racconteremo diverse, soprattutto in occasione delle varie tappe della mostra fotografica che vi ricordo è stata inaugurata dal Sottosegretario di Stato alla Pubblica Istruzione, On. Gabriele Toccafondi e vista anche da Papa Francesco quando ha visitato la Basilica della Santissima Annunziata. In ogni tappa tante nuove foto – in questa oltre 50 nuove foto del quartiere 2, molte anche a colori – continuando quell’impegno che da ben 22 anni Firenze Promuove prosegue nel ricordo dell’alluvione e delle 35 inermi vittime, a differenza di chi, e sono tanti in questi anni, invece pensa solo a sfruttare questo evento come vetrina per mettersi in mostra, senza però ricordarsi delle vittime e delle persone che l’alluvione l’hanno vissuta sulla loro pelle”.

4) PAPA FRANCESCO SCRIVE A FIRENZE RINGRAZIANDO PER IL RICORDO DI PAPA PAOLO VI DA PARTE DELLA CITTA’ NELLA MEMORIA DI QUANTO FECE DURANTE ALLUVIONE: 300 MILIONI DI LIRE DEL 1967 INVIATE TUTTE INSIEME PER COSTRUIRE EX NOVO CASA PER ANZIANI “PAPA PAOLO VI” DI VIA CIMABUE

Papa Francesco è tornato a rivolgersi a Firenze con un telegramma inviato a fine marzo al Cardinale Giuseppe Betori.

Il Santo Padre, informato dal Presidente di Firenze Promuove, il giornalista vaticanista Franco Mariani, delle cerimonie indette per ricordare il 50° dell’Alluvione e della visita di Papa Paolo VI la notte di natale e del suo regalo alla città, ha inviato un telegramma a firma del Cardinale Segretario di Stato di Sua Santità Pietro Parolin.

“In occasione del quarantacinquesimo anniversario dell’inaugurazione casa per anziani Paolo VI, dono del Beato Pontefice alla città di Firenze e segno di sollecitudine in un momento tanto doloroso a causa della devastante alluvione, Sua Santità Papa Francesco – scrive il Cardinale Parolin – rivolge il suo beneagurante pensiero, esprimendo compiacimento per la provvidenziale realizzazione che, nata dal cuore di Pastore buono del Beato Papa, ha continuato il suo fecondo servizio agli anziani, animata da sentimenti di sincera carità cristiana e da amore al prossimo. Il Santo Padre invoca abbondanti grazie e favori celesti e, mentre chiede di pregare a sostegno dell’universale suo ministero, invoca la protezione celeste della vergine Maria ed invia di cuore a Vostra Eminenza, alle Reverende Suore Figlie della Carità che prestano la loro quotidiana opera nella benemerita istituzione, al personale e particolarmente a tutti i cari ospiti l’implorata Benedizione Apostolica, estendendola a quanti parteciperanno alla significativa cerimonia”.

Il 1 aprile il Cardinale Arcivescovo Giuseppe Betori, su invito della Madre Superiora, Suor Giorgina Alberghini, e di Franco Mariani nella veste di Presidente dell’Associazione Firenze Promuove, ha celebrato, nella restaurata cappella della Casa per Anziani “Paolo VI”, in via Cimabue 35 a Firenze, una solenne celebrazione eucaristica, alla presenza delle autorità cittadine, per ricordare il dono del Beato Montini alla città alluvionata, e il 45° anniversario della sua inaugurazione.

E’ stata la prima cerimonia ufficiale in diocesi in memoria di Papa Paolo VI da quando è stato proclamato Beato.

Alla cerimonia è intervenuto ufficialmente il Comune di Firenze con l’Assessore al Welfare Sara Funaro (il cui nonno, Piero Bargellini assistette all’inaugurazione quale Senatore) e il Gonfalone, che da 50 anni porta in bella mostra la Medaglia d’Oro del Concilio Ecumenico Vaticano II, apposta personalmente da Papa Paolo VI, a sorpresa, la notte di Natale del 1966, UNICO GONFALONE E CITTA’ AL MONDO AD AVERE QUESTO ONORE. “Prima di prendere congedo da voi – disse Papa Paolo VI – e rinnovare a voi i nostri auguri e la nostra benedizione, vogliamo apporre al labaro della vostra Città il segno dell’onore che merita da parte nostra: mettiamo l’onorificenza del Concilio nel suo esemplare in oro perché resti memoria di questa venuta e segno della nostra devozione alla città e di tutti i nostri auguri a chi la dirige e la amministra e a tutti i cittadini di Firenze”.

Il Cardinale, nella sua omelia, ha ricordato “l’affetto e l’amore che Papa Paolo VI, prima di Francesco – ha sottolineato Betori – ha avuto in occasione dell’alluvione del 1966 per Firenze e i Fiorentini, non solo venendo a celebrare la Messa di Natale nella nostra Cattedrale, ma lasciando alla città un dono significativo: questa Casa per Anziani, che porta il suo nome, a dimostrazione non solo della sua vicinanza a tutti i fiorentini, ma in particolare agli anziani, che tanto soffrirono, forse più di tutti, in quell’occasione e segno tangibile dell’attenzione che la Chiesa e i Papi del Novecento hanno sempre avuto verso gli anziani”.

L’Assessore Sara Funaro si è detta “emozionata per rappresentare la città di Firenze 45 anni dopo l’inaugurazione della Casa Paolo VI, alla quale prese parte mio nonno, all’epoca Senatore, ma anche grata a Papa Paolo VI per questo dono davvero speciale, la Casa per Anziani “Paolo VI” che già all’epoca, e tutt’ora, dopo 45 anni, rimane un eccellenza nella cura, assistenza e attenzione verso la terza età”.

Era il 12 Luglio 1970 quando il Cardinale Ermenegildo Florit, Arcivescovo di Firenze, inaugurava, assieme all’inviato personale di Papa VI, il Sostituto alla Segreteria di Stato Vaticana, Arcivescovo Giovanni Benelli – e che nel giugno 1977 verrà nominato successore del Cardinale Florit –, la casa per anziani, dono dello stesso Pontefice alla Città di Firenze, e che lui stesso aveva annunciato durante l’omelia in Santa Maria del Fiore la notte del 24 Dicembre con queste parole: “Saremo felici se ci sarà dato di lasciare, in un opera di assistenza, ai più bisognosi della popolazione fiorenti­na, il segno, per questo simbolo modesto dell’amore che rimane e la speranza che rivive”.

Come ha potuto verificare il giornalista Franco Mariani, che ha avuto il privilegio di accedere per primo al fascicolo riservato sulla Casa Paolo VI, conservato nell’archivio privato del Cardinale Florit, oggi depositato nell’archivio storico della Curia fiorentina,  Papa Montini dopo pochi mesi dalla sua visita natalizia inviò al Cardinale Florit  – in un’unica mandata e in contanti – ben 300 milioni di lire del 1967, quasi un miliardo di oggi, per costruire ex novo la struttura per anziani, mantenendo immediatamente il suo impegno per la città, cosa che invece non si può dire all’epoca fece lo Stato nel liquidare gli aiuti economici alla popolazione.

Il Vaticano tenne sotto stretto controllo tutte le varie fasi della costruzione – affidata all’Ing. Boldrini – anche con alcune visite al cantiere del Sostituto della Segreteria di Stato Vaticana, Mons. Benelli, che di tecnici del Governatorato Vaticano. Siccome la costruzione richiese due anni, gli interessi maturati sulla somma, depositata in banca, e che venne liquidata alla ditta costruttrice in varie trance via via che i lavori avanzavano, furono da Papa Paolo VI destinati alla nuova parrocchia che fu costruita dietro la “Paolo VI”.

L’Arcivescovo Benelli inaugurò solennemente la Casa con queste parole: “Il Papa ama Firenze: e lo ha dichiarato allora quando venne nel Natale del 1966 fra la commozione di tutti; ieri sera ha tenuto a dirmi che ve lo ripetessi a suo nome”.

Un edificio nuovo, quello di via Cimabue 35, composto, all’epoca, da 31 piccoli quartieri – camera, salotto, bagno, cucinotto – e da 72 camere a due letti, una cappella, un refetto­rio, sale di ricevimento e di riunione, un ambulatorio, un infermeria, un uffi­cio postale (che ha cessato di funzionare alla fine degli anni ‘80 e i cui locali sono stati trasformati in un grande auditorium) ed un attico dove alloggiano le Suore Figlie della Carità, che da 45 anni gesti­scono la Casa per Anziani – e che misero a disposizione il terreno su cui sorgeva una loro casa che fu gravemente alluvionata – sormontata da un ampia terrazza panoramica e con un vasto giardino interno per gli ospiti. In 45 la Casa si è trasformata, sia nel tipo di accoglienza e di servizi agli anziani, che nei numeri delle camere e degli ospiti, rimanendo sempre vivo però lo spirito per cui è nata.

In questo ampio spazio, realizzato in due anni di lavoro, oltre 40 metri coprendo una superficie di oltre 1.500 metri quadri ed una cubatura che supera i 19 metri cubi, da 45 anni trovano ospitalità persone anziane.

Questa caratteristica fu sottolineata, nel 1970, dallo stesso Sostituto Benelli nel suo discorso tenuto davanti alle massime Autorità  cittadine, tra cui l’allora Prefetto di Firenze De Vito, il Commissario Prefettizio al Comune Dr Paladino, il Senatore Bargellini, l’On. Speranza, i Monsignori Ravagli e Bianchi, Vescovi Ausiliari di Firenze, e i Vicari Episcopali Livi e Fuccini.

“Appena due anni fa, il 25 Aprile 1968 – disse Mons. Benelli ‑ la prima pietra. Su un area di edifici resi inabitabili dalla tremenda inondazione. Oggi una moderna costruzione di otto piani. Non è un ricovero: va detto subito. Piuttosto un condominio, un modernissimo albergo, ma anche questo è inesatto. Ha ragione il Signor Civai, un ospite, quando intervistato ha risposto: ‘la nostra è una famiglia, una grande famiglia, di cui la Superiora è la mamma, la mamma di tutti; posso dirvi – proseguiva l’illustre Presule – che il Santo Padre ha visto con vero compiacimento quanto gli è stato comunicato  circa la disposizione, il funzionamento, lo spirito che anima questa Casa Famiglia e proprio per questo, facendo un eccezione al rigoroso riserbo che lo distingue, ha gradito che fosse chiamata col Suo nome, per indicare la tenerezza e l’affetto che lo muove verso i carissimi anziani di Firenze. Il Papa ama Firenze in una parola, per il messaggio che questa Città, unica ed irripetibile è stata chiamata a dare al mondo, come depositaria per l’umanità intera, dei valori più elevati e nobili dello spirito, come espressione del genio dell’uomo che è riflesso puro della luce del volto di Dio creatore e vivificatore”.

Al termine del discorso Mons. Benelli  lesse anche il messaggio autografo inviato da Papa Paolo VI al Cardinale Florit per questa occasione: “Nel ricor­do tuttora pulsante di emozioni e di affetto della nostra breve sosta orante e benegurale in codesta fatidica Città ‑ scrive Paolo VI ‑ in un momento partico­larmente doloroso della sua millenaria storia, siamo lieti di vedere portata a compimento la Casa per Anziani, in degnissima realizzazione, che amano sug­gerire al ricordo di quell’incontro con la carissima cittadinanza fiorentina; e mentre ci congratuliamo con Lei Signor Cardinale, e con quanti in qualsiasi momento hanno cooperato alla provvida impresa, assicuriamo la benevolenza, l’incoraggiamento, la stima con cui seguiamo le sorti religiose, civiche, e so­ciali dell’Arcidiocesi fiorentina”.

Appena fuori dalla casa costruita dal progettista ed impresario, Ingegnere Boldrini, fu apposta una targhetta, a due metri di altezza dal suolo, a perenne ricordo della furia devastatrice delle acque che, in quella zona, il 4 Novembre 1966, arrivò a quell’altezza; mentre la Casa per Anziani “Paolo VI” rimane a perenne ricordo dell’Amore di un Papa, al secolo Giovanni Bat­tista Montini, successore di Pietro col nome di Paolo VI, per Firenze e per i Fiorentini.

5) CONVEGNO DELLA DIOCESI PER IL 30° ANNIVERSARIO MORTE CARD. FLORIT

L’8 dicembre 1985, all’età di 84 anni, moriva il cardinale Ermenelgildo Florit. Arcivescovo di Firenze per due decenni.

Il suo nome è legato soprattutto alle vicende locali relative alle contestazioni delle comunità di base che andavano formandosi negli anni ’60 tra Barbiana e l’Isolotto.

Nonostante le difficoltà della vicenda locale, Florit è stato un ecclesiastico di rango che ha dato anche un contributo importante alla Chiesa italiana e universale.

E’ quanto emerge dal riordino del suo archivio personale che è stato oggetto il 4 febbraio  di un seminario di studi promosso dall’Arcidiocesi di Firenze, dalla Facoltà Teologica dell’Italia centrale, a cui ha collaborato anche la nostra Associazione collaborando alla organizzazione – anche per conto dei parenti del Cardinale Florit – e alla promozione, che si è svolto nell’Aula Magna del Seminario Maggiore.

Al seminario hanno partecipato anche i parenti del Cardinale, giunti dal Veneto, dal Friuli, dal Lazio, il Presidente di Firenze Promuove Franco Mariani, e il Segretario del Cardinale Mons. Paolo Ristori.

Un tributo a trent’anni dalla scomparsa del porporato per analizzare il suo ruolo nel Concilio Vaticano II, nella revisione del Codice di Diritto Canonico, del catechismo olandese e nella traduzione italiana della Bibbia.

L’attuale Arcivescovo, Cardinale Giuseppe Betori, nell’introdurre i lavori, ha sottolineato che il suo predecessore “è stato un pastore premuroso in tempi difficili, non senza sofferenze.Al ricordo agiografico di Florit abbiamo preferito percorrere la strada dello scavo culturale per concentrarci sul suo contributo alla Chiesa universale”.

Il Cardinale Betori ha anche voluto sottolineare che “si compie una grande ingiustizia quando lo si confina nelle vicende locali fiorentine. L’archivio delle sue carte ci restituisce il profilo di un ecclesiastico che offrì la sua opera di pastore e di studioso per la vita della Chiesa”.

Florit nacque nel 1901. Diventato alunno del Seminario Romano, studiò prima alla Pontificia Università Lateranense e poi all’Istituto Biblico. Mentre era docente di Sacra Scrittura, nel 1954, fu nominato coadiutore dell’allora arcivescovo di Firenze a cui successe nel 1962. Partecipò ai lavori del Vaticano II e nel ’65 fu creato cardinale.

Nel 1977 presentò le dimissioni dalla carica di Arcivescovo per raggiunti limiti di età a norma del Codice di Diritto Canonico.

Fino alla sua dipartita la Santa Sede continuò a consultarlo su diverse questioni cruciali.

La fatica del lavoro del Cardinale Florit è raccolta nel suo archivio che nel corso del seminario di studi è stato presentato dai docenti della Pontificia Facoltà dell’Italia Centrale Gilberto Aranci, Carlo Nardi, Angelo Pellegrini, Stefano Tarocchi e Andrea Drigani, coordinati dal vicario generale Andrea Bellandi.

Tra le carte di Florit spiccano i 13 faldoni relativi al Concilio da cui emerge che l’allora Arcivescovo coinvolse il clero e i laici fiorentini nella preparazione allo storico evento.

Lo stesso avvenne a conclusione del Vaticano II quando Florit volle cicli di predicazione ed altre iniziative per il recepimento degli atti conciliari.

Nel 1965 Florit fu protagonista del settimo centenario della nascita di Dante Alighieri. Un appuntamento che vide l’omaggio non scontato dei padri conciliari, per le precedenti condanne emesse nella storia della Chiesa, con una celebrazione eucaristica in Santa Maria del Fiore il 14 novembre.

Nella sua omelia, il Cardinale parlò della virtù della speranza in Dante.

Florit dette un contributo rilevante anche nel percorso che portò alla revisione del Catechismo della Chiesa olandese.

Nel suo archivio ci sono 53 gruppi di documenti tra cui spiccano la lettera di un gruppo di cattolici olandesi a Paolo VI e la lettera dell’allora Cardinale Segretario di Stato Vaticano Cicognani sulle affermazioni discutibili del nuovo Catechismo.

Sulla delicata vicenda la Santa Sede istituì una commissione cardinalizia della quale fece parte lo stesso arcivescovo fiorentino.

Grazie anche al suo attivismo, Montini portò avanti un esercizio di dialogo nei confronti dell’episcopato olandese che consentì la pubblicazione del Catechismo così come era stato concepito inizialmente seppur corredato di alcune note esplicative volute dal Vaticano.

Florit fu poi chiamato a presiedere la commissione per la traduzione italiana della Bibbia per uso liturgico. Siamo in epoca post conciliare ed il cardinale si fece coadiuvare da un gruppo di letterati fiorentini per fornire proposte adeguate ai criteri di modernità di linguaggio, di ritmo e di eufonia che erano stati stabiliti al principio del percorso di traduzione.

Infine, ci fu la sua partecipazione alla revisione del Codice di Diritto Canonico.

Nell’archivio ci sono 15 fandoni in quanto i lavori andarono avanti dal 1965 al 1981.

Florit era un teologo e un biblista ma non un canonista.

Per rispondere al compito a cui lo aveva designato Giovanni XXIII applicò il metodo scientifico ossia si documentava e studiava.

Il suo impegno era quello di ristabilire l’armonia tra la teologia e il codice. Per fare ciò si avvalse del parere di eminenti canonisti e non deflesse mai dalla fedeltà ai documenti del Concilio.

La nostra Associazione, in collaborazione con il settimanale La Terrazza di Michelangelo, ha curato la registrazione video di tutti gli interventi, mettendoli on line su you tube.

6) 200 NUOVE FOTO ANCHE A COLORI ED INEDITE E PER LA PRIMA VOLTA PROIEZIONE DI FILMATI ORIGINALI DELL’EPOCA ALLA MOSTRA FOTOGRAFICA UFFICIALE DELL’ALLUVIONE FIRENZE DEL ’66 DAL 2 AL 25 APRILE ALLA BASILICA DI SAN LORENZO NELL’AMBITO INIZIATIVE UFFICIALI DEL  50° ANNIVERSARIO

Continua il viaggio della mostra fotografica “L’alluvione di Firenze del 1966”, mostra ufficiale del cinquantenario, organizzata dall’Associazione Firenze Promuove in collaborazione con i 5 Consigli di Quartiere del Comune di Firenze, che dal 2 al 25 aprile è stata esposta alla Basilica di San Lorenzo, grazie alla collaborazione del Priore Mons. Viola e dell’Opera Laurenziana, dove presenterà 200 nuove foto anche a colori ed inedite.

La mostra, aperta tutti i giorni dalle ore 15 alle ore 19, il sabato e la domenica e il 15 e 25 anche dalle ore 10 alle ore 12, è stata allestita presso la Sala delle Stimmati, con ingresso lato destro Basilica, di fronte a Borgo La Noce. Ingresso gratuito.

Per la prima volta insieme alla mostra è stato possibile anche vedere dei filmati video dell’epoca.

La Mostra è poi stata uno degli eventi ufficiali del Festival dei Bambini che si è svolto a Firenze dal 15 al 17 aprile.

 Hanno inaugurato la mostra il Presidente del Consiglio Regionale della Toscana Eugenio Giani (che nel 1994 inaugurò, quale Assessore al Traffico la prima mostra sull’alluvione di Firenze curata da Mariani), il Presidente del Quartiere 1 del Comune di Firenze, Maurizio Sguanci, il Priore Mitrato di San Lorenzo, Mons. Marco Viola, e il Presidente dell’Opera Laurenziana Enrico Bocci, oltre a Franco Mariani e Mattia Lattanzi, i due giornalisti che hanno curato la mostra.

Le 200 nuove foto – tutte inedite – sono il frutto di tre donazioni all’Associazione Firenze Promuove e all’impegno del Presidente, Giornalista Franco Mariani. Oltre 30 foto sono state scattate dal fotografo Giorgio Fanteria, che il 4 novembre si armò della sua macchina fotografica, andando in giro per la città alluvionata e che sono state donate dal figlio e dalla figlia. Altre foto invece sono state sapientemente e pazientemente raccolte personalmente in ben 50 anni da Cesare Piazza, che le ha donate a Firenze Promuove che da 20 anni è impegnata sull’alluvione.

Infine, a pochi giorni dalla mostra, Antonio Betti, ha donato altre 50 nuove foto, inedite anche queste.

La mostra, con queste nuove donazioni, risulta composta da oltre 70 pannelli, curati dal giornalista Franco Mariani, storico dell’alluvione, assieme al giornalista Mattia Lattanzi che presenta foto a colori e in bianco e nero dell’alluvione e del dopo alluvione, fino ad arrivare alla storica visita di Papa Paolo VI la notte di Natale del 1966, 50 giorni dopo l’inondazione.

In questa esposizione i visitatori hanno superato quota 32mila visitatori che, aggiunti ai 33mila delle due precedenti esposizioni, portano complessivamente i visitatori della mostra a quota 65mila visitatori.

7) CRONACHE DALL’ARNO, INCONTRI CON IL GIORNALISTA FRANCO MARIANI PER UNICOOP SU ALLUVIONE DEL’ 66 NELL’AMBITO DEL LORO PROGETTO “ARNO 2016”

Ad aprile il progetto Arno 2016 prosegue con tre incontri dedicati alle alluvioni di Firenze e della Toscana.

Notizie, storie, aneddoti, curiosità: ad aprile il progetto Arno 2016 si fa cronaca dell’alluvione del 4 novembre 1966, raccontata attraverso materiali e cronache dell’epoca relative a Firenze, al Valdarno e all’area del pisano.

Il calendario si apre con l’appuntamento del 4 aprile, alle 17.30 alla Biblioteca delle Oblate di Firenze (Via dell’Oriuolo, 26).

Qui il giornalista Franco Mariani, storico e esperto dei fatti del ’66, su esplicito invito di Unicoop, condurrà i partecipanti in un viaggio inedito su quella che è stata la prima alluvione mediatica del Novecento: con immagini e parole, il giornalista racconterà i momenti più drammatici di quei giorni ma anche il forte legame fra la popolazione e il fiume principale della Toscana. I

l racconto sarà arricchito da foto, filmati e documenti spesso inediti scoperti dallo stesso Franco Mariani in 20 anni di approfondite ricerche giornalistiche sull’argomento.

Da Pisa al Valdarno, la narrazione, accurata e a tratti emozionante, aprirà uno sguardo nuovo sui fatti che quell’anno segnarono il volto del territorio e della sua popolazione.

L’incontro si ripeterà il 14 aprile a Pisa (ore 18, Palazzo Blu, Sala Auditorium, Via Toselli, 27) e il 28 maggio a Montevarchi (ore 17, Accademia Valdarnese del Poggio, Via Poggio Bracciolini, 36/40).

Proseguono nel frattempo anche le attività sul fronte dei laboratori di fotografia, narrazione orale e scrittura in corso in tutta la Toscana; sul sito www.arno2016.it fino al 31 maggio rimane aperta anche la possibilità di contribuire all’archivio della memoria sull’Arno con un proprio testo breve e di votare i racconti pervenuti nei mesi scorsi e pubblicati sul sito.

Per informazioni www.arno2016.itarno2016@coopfirenze.it

 

8)  PRE RADUNO A PADOVA DEI CARABINIERI ALLUVIONATI

Sabato 23 aprile il Presidente Mariani a Padova ha partecipato al Pre Raduno dei Carabinieri Alluvionati del 59° Corso che hanno incontrato, dopo 50 anni, per la prima volta, il loro Comandante, il Colonnello, oggi Generale, Mario Serchi.

Il tutto in vista del Raduno del prossimo 3-6 novembre a Firenze.

Mariani ha provveduto a documentare, con foto e video, il primo incontro, dopo 50 anni, dei corsisti, con il loro Comandante.

9) IL SELFIE CON PAPA FRANCESCO PROMOSSO DA FIRENZE PROMUOVE

In occasione della visita fiorentina di Papa Francesco, venendo principalmente per incontrare i partecipanti al Convegno Ecclesiale della Chiesa Italiana, promosso dalla CEI, con nessun incontro ufficiale con la città, Firenze Promuove ha pensato, per dar modo ai fiorentini di salutare Papa Bergoglio e di avere un ricordo dell’evento, di realizzare un cartonato a grandezza naturale per farsi un selfie con Francesco.

Il cartonato – realizzato da CITTI Firenze su progetto Franco Mariani – è stato esposto nella Basilica della Santissima Annunziata da fine ottobre al 10 novembre 2015 e poi, per espressa richiesta del Presidente dell’Opera Medicea Laurenziana, Enrico Bocci,  dal 2 al 25 aprile 2016 alla Basilica di San Lorenzo.

Nelle due esposizioni oltre 1.000 persone hanno approfittato dell’occasione per un selfie con Papa Francesco.

10) SABATO 28 MAGGIO IL 50° DELL’ALLUVIONE ARRIVA ALL’IMPRUNETA

Sabato 28 maggio grazie agli alunni delle classi terze della scuola secondaria di 1° grado dell’Istituto Comprensivo “Primo Levi” e alla collaborazione di vari enti, tra cui l’Associazione Firenze Promuove, l’Alluvione del ’66 è arrivata all’Impruneta, o meglio, vi è ritornata.

Si, perchè l’alluvione del 4 novembre 1966 ha anche colpito l’Impruneta, se non il capoluogo comunale, alto, su un monte, il territorio più a valle; non solo, gli abitanti si prodigarono anche nell’inviare vari aiuti ai comuni vicini alluvionati.

Da tempo gli alunni, con le loro insegnanti, hanno lavorato, in vista dell’evento commemorativo del prossimo novembre, a dei lavori/studi che sono stati presentati presso l’auditorium della Casa del Popolo.

Firenze Promuove per l’occasione ha portato parte della mostra fotografica ufficiale su l’alluvione, che è stata allestita nell’atri della Casa del Popolo, in modo da permettere la visione anche a chi non saliva al piano superiore dove si trova l’auditorium, oltre a fornire foto del 4 novembre 1966 che i ragazzi hanno usato per presentare i loro lavori sull’acqua.

Franco Mariani e Mattia Lattanzi, curatori della mostra, con il loro intervento al convegno hanno concluso l’intensa giornata.

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