Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

I radioamatori, l’unica voce di Firenze Alluvionata il 4 novembre 1966

Edizione del: 15 maggio 2016

Franco Zecchini di pistoia alluvione 1966Poiché gli impianti di alimentazione delle centrali radio della Prefettura, della Questura e di altri enti istituzionali nel 1966 erano localizzati negli scantinati – dove si riversò tutta la furia dell’Arno – fu solo grazie alle stazioni improvvisate con apparecchi portatili dai radioamatori che si poterono garantire le comunicazioni in città e con il resto dell’Italia e del mondo.

A quel tempo le varie Forze Armate usavano frequenze radio diverse tra loro e pertanto non potevano parlarsi. Solo i radioamatori riuscivano a fare loro da ponte e a facilitare così i soccorsi.

I radioamatori riuscirono così a sostituire, per ben due giorni, le reti ufficiali di telecomunicazioni danneggiate dagli eventi.

Ai radioamatori va quindi riconosciuto l’onore, l’onere, e il primato di aver fatto conoscere per primi, in Italia e nel mondo, quello che stava accadendo a Firenze quel funesto 4 novembre 1966.

“Furono la voce di Firenze e della Toscana isolata e ferita – ricorda Paolo Badii, storico e studioso dell’indispensabile intervento dei radioamatori per l’alluvione – questi uomini con la radio non apparvero nelle fotografie della cronaca che raccontò il durante e il dopo. Furono dimenticati. Non si accorsero di esserlo perché, per loro, quanto avevano fatto sembrò un comportamento naturale. Ed è naturale. Non sempre furono ricordati perché non avevano l’immagine adatta per raccontare il fango, l’acqua gialla striata di nero che sfondò, percorse e sporcò Firenze. Erano puliti, seduti davanti ad una radio e parlavano ad un microfono. I radioamatori, dalla mattina del 4 novembre, per 66 ore, furono il solo mezzo di comunicazione. Dettero voce ai Sindaci che chiedevano aiuto. Furono al servizio della gente, dello Stato e della città. La loro presenza terminò il 29 novembre 1966.  Il mondo, in quelle ore, seppe solo dai radioamatori quello che succedeva. Lo resero noto. Furono la voce di una città colpita, ferita e isolata. Furono la comunicazione che oggi si conosce ma che allora inventarono e usarono per venticinque giorni di quel novembre di quel tempo lontano”.

Tra chi operò a Firenze va ricordato Carlo Luigi Ciapetti, giornalista e radioamatore con la sigla I1CLC, che nel 1966 aveva 28 anni e che fu capomaglia, Orlando Lazzerini I1LAO, Mario Rosi I1ROD, Umberto Rava I1ZIZ, Roberto Ruisi I1RUI, Dante Calviani IK5ASN, Piero Moroni I1TDJ, Giorgio Camprincoli I1TFF, Mario Cipriani I1HM, Sandro Saccardi I1ZJU, Valerio Anglani I1AVB, Giuliano Pietri I1ZIE, Giacomo Conti I1CNG, Mauro Meco I1MEC, Renzo Doni I1RDN, Sergio Paloschi I1PLS, Angiolo Chiti I1SXN, Pierluigi Filetti con il fratello Mario, Garimeta Gentile I1ZCN, Giampiero Faccini I1LCD e tanti altri ancora”.

Menzione speciale per Valerio Anglani I1AVB: con il suo ricetrasmettitore autocostruito da 1 Watt – montato in mobile nella sua Fiat Osca 1600 Coupé sul cui tetto aveva installato una antenna Haloomnidirezionale, autocostruita anch’essa – poteva mantenere ottimi collegamenti con la stazione installata in Questura anche da zone periferiche che normalmente non era loro possibile collegare con le apparecchiature in dotazione.

Anche alcuni radioamatori pistoiesi furono protagonisti nella tragedia fiorentina, come Gianfranco Giannini, I1PKP, Franco Zecchini, I1JFG, Giovanni Cappellini, I1WCJ.

I tre per giorni, coadiuvati da altri radioamatori ma anche da qualche amico che li aiutava nel lavoro, fecero da ponte di collegamento tra il resto d’Italia e Firenze.

Entrando nella rete radio nazionale guidata da altri tre radioamatori: uno a Imperia, I1BAY, uno a Milano, I1LAG, e uno a Bologna, I1ZSQ, i tre raccoglievano le informazioni e le richieste da Firenze e le inoltravano a livello nazionale.

Nel pomeriggio si aggiunse al loro lavoro Ilio Lottini, I1LCC, Massimo Farneti, Stefano Biagini, Arnolfo Lanzi e Antonio Innocenti.

La cosa bella era che tutta la zona colpita dall’alluvione non era più isolata; Firenze era “attaccata” al mondo attraverso le voci dei giovani radioamatori pistoiesi.

Erano loro ad allertare di volta in volta i Carabinieri, la Polizia, i Vigili del Fuoco.

In pratica erano una base operativa distaccata della Prefettura con la quale ovviamente rimanevano in stretto rapporto di collaborazione.

© 2016 Franco Mariani e Mattia Lattanzi
Testo dalla mostra fotografica da loro curata.

Foto gentilmente concesse da Carlo Luigi Ciapetti (per quelle di Firenze) e da Franco Zecchini (per quelle di Pistoia).

Per vedere la foto più grande basta cliccarci sopra.

You must be logged in to post a comment Login