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Libro: “Un Asilo di Anime” – Le Suore Domenicane dello Spirito Santo

Edizione del: 3 maggio 2002

Suore Domenicane dello Spirito Santo con Mons. Del CoronaQuesto il testo del libro “Un Asilo di Anime” realizzato dalla nostra Associazione, a cura del Giornalista Vaticanista Franco Mariani, in occasione del 130° Anniversario della Fondazione della Congregazione delle Suore Domenicane dello Spirito Santo.

Il libro “Un Asilo di Anime” – “l’Asilo” è il nome dato dal fondatore Mons. Del Corona al Monastero -, vede la collaborazione in prima persona dell’Arcivescovo di Firenze Ennio Antonelli, che ha scritto la Prefazione.

Il Vice Presidente del Consiglio Comunale Graziano Grazzini ha scritto la presentazione.

“Credo che per nessuno sia facile raccontare una storia lunga 130 anni – scrive Monsignor Antonelli – qualunque essa sia. Aneddoti, episodi, fatti e ricordi si rincorrono e si accavallano nella mente e nel cuore di chi ne è stato testimone o di chi semplicemente si prende la briga di metter mano all’opera; scegliere non è facile. E’ però senz’altro interessante lasciare che a narrare la storia di un’istituzione siano le storie di coloro che vi hanno fatto parte e che, proprio con loro vita, hanno in qualche modo contribuito alla sua esistenza. Sempre la storia delle istituzioni è fatta dalla storia delle persone, e non solo di quelle più in gamba o più in vista, ma proprio di tutte. La simpatica pubblicazione Un Asilo di anime fa ripercorrere, a chi legge, la biografia di tutte le consorelle che vi hanno preceduto nel Monastero e ora gustano la gioia della comunione di vita nell’Asilo del cielo. Un aiuto per voi a mantenere viva nel cuore la memoria di quante vi hanno preceduto e ricordare che se siete nel vostro Monastero lo dovete, misteriosamente, anche a ciascuna di loro. Un aiuto per noi a scoprire la via misteriosa attraverso la quale, nelle loro persone, si è manifestata, molteplice e varia, la grazia di Dio”.

“Ogni esistenza è inestimabile in quanto tale”, dice il vicepresidente Grazzini: quest’affermazione è sempre stata vera ma da due millenni a questa parte è come se il cristianesimo l’avesse certificata nella cultura, perlomeno quella occidentale. Tale principio, è tanto sottoscrivibile in teoria, quanto negato nei fatti, per il ricatto che esercita potentissima come non mai la cultura dell’apparenza, del denaro e del potere. La cultura dominante è come se avesse rimosso l’evidenza elementare che non esistiamo in quanto esercitiamo un diritto o perché ci siamo pensati, ma semplicemente perché convocati, per grazia, all’esistenza. Se ragionassimo con le categorie del mondo queste ottanta perle non sarebbero meritevoli di nessun commento. Non hanno ricoperto ruoli di potere, non hanno eredi a cui trasmettere beni ed eredità, non hanno prodotto reddito: a che giova ricordarle ? Eppure scorrendo le loro storie prorompe una libertà così radicale e piena proprio perché non sottoposta alle seduzioni del mondo, da diventare desiderabile. Nella convulsa vita della città l’esistenza silenziosa di queste anime, scalda il cuore e merita sulla nostra comunità fiorentina la misericordia di Dio”.

“Ecco qui dunque delle donne veramente forti – scrive il curatore del libro, giornalista vaticanista Franco Mariani nella sua introduzione – Vorremmo che la gente del mondo si fermasse un istante a contemplare questi monumenti di vera grandezza, e pensasse cosa è la vita religiosa che molti disprezzano e quali virtù vi fioriscono sotto l’alito di Gesù, entro le benedette mura del nostro celeste “Asilo”.

“Ecco qui la nobiltà, l’avvenenza, la viva­cità di spirito, l’arte, lo squisito sentire, la poesia, la musica, che s’intrecciano e si fondono in una vita di vera pace e di perfet­ta letizia. Esse costituiscono per noi realmente un che di divino, che forma una specie di fotosfera luminosa. Il loro vivere, il loro guardare e sorridere, il loro silenzio e il loro parlare; tutto nell’insieme si capisce era fuso dalla fiamma della Fede e dall’Amore. Le loro ardue sofferenze e i grandi sacri­fici di ogni genere, le loro frequenti conversa­zioni con Dio nella preghiera, ci hanno lasciato in eredità un che di sacro e solenne senza ostentazione, che c’impone una istintiva ammira­zione e venerazione insieme”.

“Sorelle e Madri – continua Mariani – non per vincoli di sangue, ma per uno speciale legame di Fede. Tutti coloro che si professano credenti sono uniti da questo speciale legame, ma poi all’atto pratico quanti realmente sono in grado di non spezzare tale legame, facendosi invece schiacciare dall’incomprensione, dall’egoismo, dalla superbia, dall’ignoranza, rompendolo? Questo “Asilo” non ha visto passare, a differenza di altri Ordini e Congregazioni, centinaia e centinaia di Suore. In 130 anni di Fondazione ne sono passate poco più di una ottantina.  Ciò nonostante il Fondatore, con la protezione della Vergine, non ha mai fatto mancare le operaie, perché a Dio non interessa il numero, ma la qualità della testimonianza”.

“Ero arrivato da poche settimane al Monastero – ricorda Mariani – e ho ancora vivo negli occhi, come se l’episodio fosse accaduto poche ore fa, la figura esile di Suor Maria Corrada Testa (l’ultima delle Figlie di Mons. Pio scomparse prima della pubblicazione di questo libro) al momento della partenza del carro funebre con il corpo di una consorella, piangere, ma non per disperazione, ma per gioia, agitando la mano e il fazzoletto come per dire ciao, ciao, per ora, ma prima o poi ci rivedremo in cielo per continuare la nostra missione spirituale, come abbiamo fatto qui sulla terra. Leggendo queste note, scritte poche settimane dopo la scomparsa delle varie suore dalle loro Consorelle, si può avere una visione abbastanza ampia, anche se non esplicativa, di quello che è la Congregazione fondata dal Servo di Dio l’Arcivescovo Mons. Pio Alberto Del Corona; un modo un po’ particolare per conoscere quello che non a caso, in un mio articolo, ho chiamato “lo Sconosciuto Monastero”.

“Queste Suore vivono da 130 anni in via Bolognese 111, all’interno di una strettoia dalla quale ogni giorno passano migliaia e migliaia di persone, in macchina, motorino, pullman, essendo la vecchia strada di collegamento con Bologna, le quali sicuramente mai si sono accorte dell’esistenza di questo Monastero, e sicuramente nulla sanno di queste operaie del Signore. Le note che ogni anno, la sera prima dell’anniversario di ogni consorella salita al cielo, le Suore, a tavola, mentre consumano il frugale pasto serale, leggono per fare memoria, ci offrono lo spaccato di una spiritualità fiorentina unica, e proprio perché unica, sconosciuta e apprezzabile solo se letta nella giusta ottica. Io, da parte mia, ho solo avuto il compito di farmene carico per tutti voi che le leggerete. Care MADRI,  Care SORELLE, A Voi l’onore e la gloria in eterno…”.

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